Dalle SERP ai risultati generativi: come capire dove sei oggi e cosa fare domani per farti citare dalle AI
Sommario
AI Search e citazioni mancanti. Quando chiedi qualcosa a ChatGPT, Perplexity o alla Ricerca Generativa di Google e il tuo brand non compare da nessuna parte, non è sfortuna: è un campanello d’allarme. L’utente riceve una risposta sintetica, con 2–3 fonti in evidenza. Se tu non ci sei, il messaggio è semplice: non sei percepito come fonte. E questo, oggi, vale più di una posizione in SERP.
Negli ultimi mesi, in FanaticoWeb.com abbiamo visto decine di siti “ben messi” su Google essere completamente assenti nelle risposte AI. Identità di brand poco leggibile, contenuti non progettati per essere riassunti, dati strutturati confusi. La buona notizia? Si risolve. E spesso in meno tempo di quanto immagini, se si mette mano nell’ordine giusto.
AI Search ignorata: il problema invisibile che blocca autorevolezza e lead
Il sintomo è chiaro: organico che tiene, qualche pagina in top 10, traffico che arriva… ma nessuna citazione nelle risposte AI sulle query dove dovresti esserci. Per l’utente, che oggi chiede “come si fa” a un assistente prima ancora di cliccare, il tuo brand semplicemente non esiste.
Le cause più comuni si ripetono:
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identità aziendale “di facciata”, senza pagine autore credibili;
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contenuti che raccontano cosa fai ma non come lo fai, senza passi operativi né esempi;
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FAQ sepolte nel testo e non esposte in modo chiaro (e strutturato);
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JSON-LD assente o incoerente tra pagine/lingue (Organization, Service, Article, FAQPage);
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architettura confusa: duplicati, pagine sorelle, canonical/redirect messi “a metà”.
Per un assistente, tutto questo è rumore. E il rumore non si cita.
Citazioni AI Search: Un caso reale, da zero citazioni a presenza costante
A luglio ci contatta una PMI B2B. Blog attivo, visite discrete, zero citazioni AI su tre ricerche centrali. Nel check iniziale emergono subito i nodi: pagina “Chi siamo” generica, nessun autore con profilo verificabile, FAQ solo testuali, nessuna prova dell’operatività, schema parziale e contraddittorio. L’utente non trova appigli; l’assistente, nemmeno.
Abbiamo rimesso in ordine le fondamenta: entità dichiarata con dati verificabili, profili autore con storia e ruolo, Organization/LocalBusiness in JSON-LD pulito. Le pagine di servizio sono state riscritte in chiave answer-ready: definizione del problema, passaggi pratici, criteri di scelta, screenshot e casi reali. In parallelo, abbiamo consolidato le pagine canoniche, chiuso i doppioni, sistemato sitemap/robots e ripulito l’internal linking.
Risultato: prime citazioni su query informativo-transazionali dopo solo quattro settimane, poi un incremento del 25% delle richieste dai form pagina servizio in due mesi. Non perché “le AI spingono”: perché il sito è diventato leggibile come fonte.
Citazioni AI Search: Come affrontiamo l’audit (e perché funziona)
Il nostro AI Search Readiness Audit non è un PDF da mettere in cartella. È un controllo operativo su ciò che rende un sito citabile: identità (brand, autori, NAP), contenuti (definizioni nette, passaggi, esempi, limiti), schema (Organization/Service/Article/FAQPage coerenti), architettura (pillar/cluster, canonical, redirect), prestazioni (LCP/CLS/INP stabili), prove (case studio, testimonianze, referenze). Alla fine non ti diamo solo un punteggio: ti diamo una roadmap con priorità ordinate per impatto e sforzo, gli snippet già pronti e la lista dei controlli ricorrenti.
Il primo mese serve a togliere ambiguità. Dichiarazione d’identità chiara, pagine autore credibili, JSON-LD essenziali allineati, consolidamento delle pagine e pulizia tecnica. Nel secondo mese trasformiamo le pagine chiave in risposte utilizzabili: i contenuti smettono di essere brochure e diventano guide pratiche, con FAQ esposte e dati verificabili. Il terzo mese è dedicato all’autorevolezza: non “link a pioggia”, ma contributi sensati su portali verticali, partnership e menzioni contestuali. Nel frattempo monitoriamo query conversazionali, CTR e prime citazioni.
Segnali rapidi da verificare adesso
Se vuoi un check “a colpo d’occhio”, apri una tua pagina di servizio e chiediti:
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in due paragrafi capisco cosa fai, per chi e come?
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vedo passi operativi o criteri per scegliere?
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c’è almeno un esempio reale (prima/dopo, screenshot, numeri)?
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le FAQ sono visibili (non nascoste) e hanno uno schema dedicato?
Se rispondi “ni”, l’assistente che deve riassumerti non avrà motivi per citarti.
Cosa ottieni lavorando con FanaticoWeb.com
Ottieni un punteggio di prontezza utile a misurare i progressi, ma soprattutto un piano applicabile subito: priorità per impatto/sforzo, snippet JSON-LD plug-and-play, indicazioni editoriali e un calendario di verifiche che evita di perdere terreno. Obiettivo semplice: alla prossima domanda dell’utente, il tuo brand deve avere tutte le carte in regola per entrare nella risposta.
Citazioni AI Search: Vuoi capire perché oggi non vieni citato?
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